
Quest’anno il mese di Agosto, l’intero mese di Agosto, l’abbiamo passato a casa. Era già da qualche anno che ci si diceva che non avremmo più viaggiato in alta stagione. Poi però in primavera cominciavano i sogni e, nonostante i prezzi più alti e le località affollate ci lasciavamo prendere dal “travel bug” e via: prenotiamo lo stesso magari questa volta va meglio. Le vacanze estive le abbiamo sempre vissute così, a contatto di gomito con altre persone più o meno infastidite dalla confusione, a sentirci dire: “in primavera e autunno qui è meraviglioso!”. Tenuti a bada gli istinti primaverili abbiamo deciso che Agosto ci sarebbe servito per programmare senza stress le vacanze fuori stagione e magari conoscere meglio le zone a noi vicine. Abitiamo a metà strada tra Milano e Varese, uno di quei posti che d’estate si svuotano e la cosa peggiore del non andare via è la noia. In compenso non c’è più traffico e puoi parcheggiare agevolmente senza impazzire e così abbiamo “viaggiato” attorno a casa in luoghi che, proprio perché familiari ai nostri occhi, passano -purtroppo- inosservati.

La “gita” più lunga (e più bella) è stata in Piemonte, sulle Alpi Biellesi, all’Oasi Zegna. L’abbiamo scoperta per caso sul sito del F.A.I., il Fondo per l’Ambiente Italiano, il cui impegno nel sostenere e valorizzare il patrimonio artistico e naturalistico italiano è stupefacente. L’Oasi Zegna è un parco naturale protetto che si estende in un’area montana di circa 100 kmq ricca di sentieri, boschi, alpeggi e panorami bellissimi sia sul vicino Monte Rosa che sulla sottostante pianura padana. Oltre all’escursionismo vengono organizzate molte attività per famiglie alle quali aggiungere un ricco calendario culturale e un’offerta di sport sia estivi che invernali.

Si trova a circa ad un’ora e mezza da Milano e un’ora da Torino, molto meno conosciuta rispetto alle più rinomate località montane della Valle d’Aosta o del Trentino Alto Adige nei confronti delle quali ha il grande vantaggio di essere meno affollata e presentarsi per quello che è realmente: un’area montana isolata rispetto ai flussi turistici che nel tempo è diventata un’oasi naturalistica. Per noi è stata l’occasione per fare delle bellissime passeggiate tra boschi e prati e nel contempo di mostrare a Tommaso tutta la bellezza della natura. Abbiamo scelto i sentieri più facili, pianeggianti sufficientemente ampi proprio per apprezzarli assieme al piccolo. Sempre con lui abbiamo fatto una breve passeggiata a cavallo e siamo scesi col bob a rotelle dal rifugio Monte Marca lungo la pista che arriva a Bielmonte.

Alla fine ci siamo rimasti tre giorni facendo base all’Alpe Moncerchio (ca. 1500 m.s.l.m.) un’agriturismo il cui più grande pregio è la semplicità, la capacità di mostrare agli ospiti la vera essenza del luogo, senza fronzoli tanto che Tommaso (teledipendente come tutti i suoi coetanei) non si è nemmeno accorto della mancanza della TV. Lasciare l’auto al parcheggio di Bocchetto Sèssera ed incamminarsi lungo il sentiero sterrato per raggiungerlo (40 minuti, pianeggiante, a prova di Tommaso) è come lasciare il nostro rassicurante mondocomodo per avviarsi verso una dimensione più ruvida, forse scomoda, ma terribilmente concreta, la natura.
Ancora adesso non sappiamo dire se il momento migliore per apprezzare questo alpeggio sia il momento del risveglio con i campanacci delle mucche al pascolo (un’ottantina, libere come quelle di Heidi) o il tramonto, guardando verso il Monte Rosa. Ci sono rimaste impresse le mille tonalità del verde estivo e già pensiamo a cosa devono essere i gialli, i rossi e gli ocra del foliage autunnale.