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Il Douglas DC 3 a Volandia

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20 Settembre 2018

Alla fine Donald W. Douglas, proprietario della Douglas Aircraft Company, si lasciò convincere. Dopo due ore al telefono, C.R. Smith, Presidente di American Airlines portò a casa il suo risultato: una versione migliorata del DC-2, con la pancia più larga di 60 cm e più lunga di circa un metro. E motori più potenti. Quel nuovo aereo si sarebbe chiamato DC-3 e da quel momento in poi l’aviazione civile non sarebbe più stata la stessa.

Embed from Getty Images

All’inizio degli anni ’30 la flotta dell’American Airlines poteva contare essenzialmente su biplani Curtiss Condor e trimotori Ford e Fokker. Macchine volanti in grado di essere veloci, più veloci del treno, buone per il servizio postale, ma scomode e rumorose per le poche persone che potevano trasportare: solo una dozzina. Troppo poche per realizzare buoni guadagni anche col servizio passeggeri.

Servivano aerei più moderni, più grandi e con cuccette più comode. Il Douglas DC-2, entrato in servizio nel ’34, era sulla strada giusta anche se ancora troppo stretto per dare comodità ad un numero maggiore di passeggeri. Quei sessanta centimetri erano lo spazio necessario a mettere un sedile in più per ognuna delle sette file, risultato? 21 passeggeri paganti anziché 14. Grazie a quel nuovo assetto era possibile realizzare profitto trasportando “solo” persone. In quel metro in più di lunghezza venne sistemata una cucina per scaldare il cibo, risultato? Veri e propri pasti caldi a bordo.

Il DC-3 possedeva, come nessun altro prima, affidabilità, prestazioni e comfort. Non solo American Airlines ma TWA, Delta e United ne ordinarono intere flotte. Per le lunghe distanze l’aereo divenne IL mezzo di trasporto.
Un solo dato: Prima, per andare da New York a Los Angeles erano necessarie almeno 25 ore di viaggio, molte fermate e qualche cambio di aeromobile. Con la sua entrata in servizio la stessa tratta veniva percorsa in “sole” 15 ore (17 al ritorno) e tre fermate.

Tra il 1936 ed il 1945 ne furono prodotti 16.000 esemplari (compresa la versione militare) e quando venne dismesso dalle grandi compagnie per fare posto ad aerei più grandi, il DC-3 continuò ad essere usato dalle piccole per i voli regionali. E poi continuò ancora a trasportare merci in zone dimenticate. Oppure ad esibirsi agli Air Show. Si calcola che almeno 300 volino ancora tutt’oggi. Una vera e propria leggenda dei cieli.

cockpit

Vederlo dal vivo è sempre un’emozione. L’esemplare esposto a Volandia può essere visitato pagando 1 euro per la visita guidata. Entrarci e sedersi è un’altra emozione che vale la pena provare. Sembra quasi di ritrovarsi in uno di quei “cinegiornale” da Istituto LUCE, con la marcetta in sottofondo e lo speaker a fare propaganda con toni retorici.

Un tuffo nella storia dell’aeronautica e dello spazio per una gita indimenticabile che inizia già dal viaggio e dal passaggio in aeroporto. homepage VOLANDIA

L’intera visita a Volandia è in grado di appassionare, interessare e coinvolgere praticamente chiunque. A partire dai più piccoli, proprio come in questo breve e bellissimo video prodotto da Volandia e girato, guarda caso, proprio sul DC-3.

Il parco e museo del volo di Volandia si trova nelle immediate vicinanze di Milano Malpensa e lo si può raggiungere in circa dieci minuti a piedi dal Terminal 1 dell’aeroporto.

Buona Visita!!

Filed Under: ATTIVITA' PER BAMBINI, BLOG, LIFESTYLE

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