Baffoni bianchi e camicia a quadri, le maniche arrotolate poco sotto i gomiti. Il bastone appoggiato alla seggiola e un cappello di feltro, col ciuffetto di lato, che fa ombra ad una macchinetta fotografica troppo scrostata per non essere ancora a pellicola. A Challand St. Anselme in frazione Maè, il lunedì mattina, c’è poco da fare se non attendere qualche presenza aliena, sopravvissuta alla gita domenicale. Noi camminavamo nel silenzio di quel villaggio ricavato nella pietra e scolpito di legno antico, mentre il vecchio viandante sapeva che, prima o poi, qualcuno sarebbe riuscito a perdersi tra quelle quattro case di abete e granito.

La Val d’Ayas è un’altra ruga verde sulla guancia sinistra del Monte Rosa. Giù in basso c’è Verrès, appena fuori dall’autostrada. Più su, in alto, dopo una trentina di chilometri di costante salita si arriva a Champoluc, diventata negli anni una “rinomata località sciistica”.
E pensare che fino alla fine dell’ottocento non c’era nemmeno una strada vera e propria a percorrere la valle. I primi alpinisti noleggiavano le cavalcature proprio a Verrès, prima di avventurarsi verso nord.
Assieme al nuovo secolo e alla nuova strada arriva anche l’escursionismo a sostenere l’economia del posto e poi negli anni venti e trenta del secolo scorso le villeggiature estive portano all’apertura di nuovi hotel e pensioni. Se ai tempi della mulattiera gli unici alberghi si trovavano a Verrès e Brusson con la carrozzabile diventa possibile alloggiare anche nei villaggi più piccoli.

Noi siamo rimasti a Maè due giorni, pochi per prendere confidenza con l’ambiente circostante, abbastanza per rilassarci, sufficienti per far scattare la voglia di tornare.
Arrivarci è semplice, dopo l’autostrada si percorre il fondovalle verso nord per poi iniziare a salire con qualche timido tornante a ridosso del castello di Verrès. Lasciato l’abitato di Challand St.Anselme per un po’ spariscono le case e restano la natura e il paesaggio in stretta armonia con le curve della strada.
Non fosse per il fondo liscio e nero d’asfalto si potrebbe pensare di essere tornati indietro di cent’anni, agli inizi del turismo, quando il viaggiare lento, lo slow travel, non era una (ottima) scelta ma l’unico modo per provare il piacere di spostarsi.


Tutto attorno sono i prati e i boschi a farla da padrone. Lo sguardo è sempre attento a cercare il panorama perfetto tra tutti quelli che si offrono ad ogni cambio di direzione. La valle è ampia e luminosa e il sole non fa certo fatica a illuminare tutte le tonalità del verde estivo.
A Maè ricominciano le case e tra loro anche La Torretta Hotel che è stata la nostra “base di ricarica”.
Challand Saint Anselme – Val d’Ayas
Challand Saint Anselme è il secondo paese che si incontra risalendo la Val d’Ayas, a poco più di 1000 m di altitudine. Questa piccola località, molto tranquilla, è stata il nostro punto di partenza. In pochi minuti di auto si arriva nella più conosciuta località montana di Brusson e proseguendo oltre si raggiunge Champoluc.

Il Lago di Brusson
Intorno a questo lago artificiale c’è chi prende il sole o semplicemente si rilassa. Il grande parco giochi, il “baretto” e il bel prato che lo circonda (dove i cani non sono ammessi) ne fanno una meta apprezzata anche dalle famiglie.


Col de Joux (1640m)
E’ un passo boscoso lungo la strada panoramica che da Brusson scende fino a Saint Vincent. Fate sosta al ristorante (anche hotel) Etoile de la Neige, in frazione Pallu. In quest’area circondata da prati, troverete inoltre un laghetto artificiale, un bar ma soprattutto un bellissimo parco giochi dove far divertire i vostri bimbi. Questo parco è anche la casa di Fiabosco il luogo dove le fiabe prendono vita.
Fromagerie Haut Val d’Ayas
Una tappa gastronomica consigliata prima di riprendere la strada verso casa. Tanti i prodotti tipici: moccetta, formaggi, tegole valdostane… La fontina DOP BIO è da provare!

Dove soggiornare
Noi siamo stati ospiti de La Torretta Hotel a Challand Saint Anselme, frazione Maè. Si trova in una posizione “strategica” per raggiungere le altre località della Val d’Ayas, nel cuore della Valle d’Aosta. L’accoglienza e la professionalità delle due titolari, Paola e Nica sono i veri punti di forza di questa struttura. Con la loro dolcissima cagnolina Queen vi faranno sentire come a casa.
Gli interni sono caldi, curati, le camere in legno profumano di montagna, la nostra aveva inoltre un balcone con bellissima vista sulla vallata.
La sera abbiamo cenato nel ristorante dell’hotel, La Majon, che propone ottima cucina locale con particolare attenzione per i prodotti a km0 (anche di produzione propria come il gelato!)
Le attività che da qui si possono fare, in estate, sono molteplici: visitare i castelli di Graines e di Verrès, passeggiare tra i boschi e i prati dei Rus d’Arlaz ed Herbal (gli antichi canali d’irrigazione) per arrivare alla cascata d’Arlaz. Non avendo tanto tempo a disposizione abbiamo deciso di trascorrere la domenica tra il lago di Brusson e il Col de Joux.