Muoversi verso Est ha un significato particolare. Soprattutto se non si parla di Asia ma di Oriente. Asia è, in fondo, solo un concetto puramente geografico. Un continente, tanti paesi e tanti popoli. Oriente invece è, anche, un riferimento culturale, artistico, umano. Quel “qualcosa” di indefinito che accomuna luoghi e persone molto differenti tra loro. Oriente è l’odore delle spezie al mercato di Nizwa, è sempre Oriente il kimono a fiori rosa delle ragazze di Kyoto e, ancora di più, è Oriente la statua di Bruce Lee a Hong Kong. Immagini e sensazioni particolari, uniche. Pronte da vivere, questa volta sì, in un continente immenso.
Un solo viaggio in Oriente è sufficiente a suscitare curiosità. Ad accendere interesse per le mille stranezze di una normalità troppo differente dalla nostra.
“Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d’Erminia, di Persia e di Tarteria, d’India e di molte altre province.”
-Marco polo ne Il Milione
Un viaggio in Oriente richiama l’esotico, e il mistico e, perché no, il kitsch. Proprio qui sta lo straordinario di questi posti, dove appaiono evidenti soprattutto le stravaganze, gli ombrellini per ripararsi dal sole o le mascherine per non trasmettere germi con la tosse. C’è poi quel sorriso gentile che spunta da sotto il cappello di paglia. Anche nei paesi più poveri dove l’insolito diventa ingombrante, come una mucca per strada, la capacità di sorridere non manca mai e andarci coi bimbi aiuta a non dare nulla per scontato.
In linea generale l’atteggiamento verso i bambini (e le loro famiglie) è più positivo che altrove e si scoprono attenzioni ormai dimenticate. Con un bimbo per mano, è più facile essere invitati a “saltare la fila” a Bangkok, Tokyo, Shanghai, Singapore. Cosa che a Milano, Roma, Napoli, Venezia potrebbe succedere con minore frequenza. Oppure mai.
A far da contraltare al Family Friendly sono soprattutto le distanze (chilometriche e culturali) e la conseguente necessità di programmare i viaggi con maggiore attenzione.
(Su Flickr le immagini di alcuni dei nostri viaggi in Oriente)