LA SICUREZZA DIPENDE (SOLO) DA NOI
Il tema della sicurezza in viaggio è tra i meno trattati in rete, quasi come se fosse secondario parlarne, ad esempio rispetto alla bellezza di un luogo. In effetti non è facile affrontare questo argomento in maniera distaccata, senza suscitare paure infondate o, ancora peggio, facili ottimismi. Non possiamo però nascondere il fatto che viaggiare con i nostri figli ci da una responsabilità in più: quella di prevenire pericoli e contrattempi, evitando rischi inutili per la loro salute ed incolumità. Purtroppo sotto questo punto di vista non è sufficiente evitare zone di guerra e paesi in via di sviluppo. La scottatura in spiaggia può essere banale a Rimini ma devastante in un lussuoso atollo delle Maldive.
Da genitori conosciamo bene la particolare attitudine di un bambino a cacciarsi nei guai, è una capacità innata e soprattutto indipendente dal luogo in cui si trova. Non viaggiare non elimina il rischio. A casa, all’asilo, a scuola, in palestra è come a Tokyo, Auckland, Chicago, Londra, quando deve succedere, succede. La differenza è che nel nostro ambiente sappiamo chi chiamare in caso di bisogno e dove andare quando il problema è più importante, ma quando siamo dall’altra parte del mondo le cose cambiano in maniera sostanziale. Problemi di comunicazione e differenti sistemi sanitari possono veramente rovinare una vacanza per cose che in Italia si risolverebbero con una chiamata al Pediatra di fiducia.
Due consigli iniziali: non essere paranoici, il primo, perché le paure infondate non aiutano a prevenire i rischi più comuni. Atteggiamenti come questo sicuramente non aiutano a fare un viaggio spensierato, e chi ha visto il film sa come poi va a finire. Il secondo consiglio è l’altra faccia della stessa medaglia, non avere paura di essere dipinti come il Furio della situazione. L’eccessivo ottimismo, la faciloneria nel pensare “figurati se deve succedere proprio a me!” a volte sono proprio la causa di un problema che, ancora una volta, in Italia può essere di banale soluzione ma all’estero le cose cambiano. La chiave per mantenere il giusto compromesso tra Furio e Rambo è chiaramente il buonsenso ma l’informarsi – e bene- sulla destinazione e non uscire dall’Europa senza una robusta polizza assicurativa diventano basilari.
INFORMARSI SULLA DESTINAZIONE
“Premi invio e lascia che Google, il Grande Fratello del ventunesimo secolo, si occupi del resto.” – Stephen King
Alcuni preferiscono pensarla in questo modo, internet è pervasiva, ci controlla e ci comanda ma, alla fine, subito dopo aver premuto invio otteniamo quello che vogliamo. Purtroppo non sempre è così ed ha ragione Piero Angela nel dire che “su Internet si trova di tutto ed il contrario di tutto”. La selezione di una meta che corrisponda a determinati standard di salute e sicurezza per una famiglia in viaggio dovrebbe essere fatta sulla base di criteri oggettivi e costantemente aggiornati, il sito della Farnesina Viaggiare Sicuri è, sotto questo punto di vista, il più attendibile con informazioni “fresche” e sempre verificate. Oltre alle “schede paese”, per una panoramica delle varie zone del mondo vi si possono trovare informazioni su documenti e burocrazia e la sezione Salute in Viaggio dove trovare consigli di carattere generale. E’ un sito freddo e dai toni (a volte) allarmistici ma essendo l’unico al di sopra delle parti merita di essere consultato. Tutto il resto del web è fatto di siti più o meno attendibili dove si possono trovare informazioni preziose e consigli utili scritti però sulla scorta di esperienze personali (come questa pagina del resto) e come tali dovrebbero essere lette con maggiore spirito critico.
ASSICURAZIONE SANITARIA
E’ arrivato il momento dell’esperienza personale che, se letta con il necessario spirito critico può veramente dare un senso a questa pagina.
Abbiamo passato le vacanze invernali 2014 ad Abu Dhabi, meta che consigliamo a famiglie con bimbi piccoli (Tommaso non aveva ancora 3 anni). Dai precedenti viaggi a Tokyo, Dubai e Antigua eravamo tornati con la polizza assicurativa pronta da stracciare, felicemente inutilizzata. Il giorno della partenza Tommaso ha la palpebra impercettibilmente gonfia ed attaccaticcia tanto che, chiamata la Pediatra, decidiamo di partire ugualmente acquistando la pomata per la congiuntivite prescritta. Il giorno dopo, la mattina di Natale, però, Tommaso si sveglia ad Abu Dhabi con la palpebra destra gonfia e tumefatta al punto da non riuscire nemmeno ad aprire l’occhio. Nei mesi precedenti c’erano stati altri episodi di congiuntivite risoltisi normalmente in qualche giorno con il solito schema: telefonata, prescrizione e pomatina. Questa volta invece a 4000 e passa chilometri da casa la situazione era diversa dal solito. Il panico è durato giusto il tempo necessario a cercare il numero dell’assicurazione. Siamo stati messi in contatto con un Medico in Italia il quale, stabilita la necessità di una visita specialistica ha attivato la “macchina”. Entro un’ora siamo stati richiamati per avere l’appuntamento con l’Oftalmologo e nel primo pomeriggio del giorno di Natale 2014 Tommaso è stato visitato in ospedale. Si trattava di un’infezione abbastanza grave a carico dell’orbita, non frequente e potenzialmente dannosa se non diagnosticata per tempo. Terapia domiciliare a base di antibiotico e controlli ogni due giorni durante la prima settimana di vacanza.
IN CONCLUSIONE
La decisione di partire ugualmente nonostante i primi segnali di un possibile problema è stata stata presa coscientemente, conoscendo la situazione sanitaria della nostra meta (informarsi sempre!), e soprattutto avendo in tasca una buona polizza perché la sicurezza in viaggio dipende esclusivamente da noi.