L’isola di Singapore è grande circa tre volte l’Elba, a grandi linee la parte nordoccidentale è ancora occupata dalla foresta pluviale mentre tutto il resto è ormai edificato. La zona dove si concentrano i maggiori interessi “turistici” invece è abbastanza circoscritta. In un raggio di quattro/cinque chilometri (più o meno come a Milano) si trovano i principali quartieri di Chinatown, Little India, Kampong Glam, Orchard, Marina Bay ognuno coi suoi colori e le sue attrazioni mentre lo zoo, a nord, e l’isola di Sentosa, a sud, sono più decentrati.
Singapore è un piccolo mondo moderno nel quale riescono -bene- a coesistere tecnologia e rispetto per l’ambiente, e dove altrettanto bene convivono culture molto differenti tra loro: cinese, malese, indiana ed occidentale. Molti definiscono Singapore come la quintessenza del melting pot, il grosso pentolone nel quale gli ingredienti, molto diversi tra loro, si amalgamano per servire un piatto gustoso dal sapore unico, in perfetto stile Newyorkese. A Singapore il pentolone è lo stesso ma gli ingredienti mantengono il proprio sapore e la propria consistenza, senza mai amalgamarsi fino in fondo, per dare al piatto un sapore dai mille profumi e soprattutto altrettanto gustoso, in perfetto stile Asiatico.
I diversi quartieri non sono altro che la trasposizione urbana della forte identità culturale delle numerose anime di questa città, e così le case e i colori, gli odori, le scritte perfino le merci in vendita diventano parte integrante di un ambiente umano da preservare. A Singapore diventa possibile svegliarsi a New York, fare colazione a Hong Kong, passeggiare per le vie colorate di Chennay e prendere il thè delle cinque a Londra, non dopo aver spiluccato street food a Melaka.
Tutto attorno c’è una città che cresce, respira e si muove verso il futuro dipingendo una skyline avveniristica lungo la baia. A dispetto di tutta questa crescita Singapore può già essere definita una metropoli verde con con parchi e giardini pubblici disseminati per tutta la città.

L’ambizioso progetto governativo “a city in a garden” annunciato nel 1998 come naturale evoluzione del precedente “garden city” (lanciato nel 1967) ha portato negli ultimi anni un miglioramento dei parchi esistenti, notevole il “Botanic Gardens“, ed alla realizzazione del “Gardens by the bay” dove ambiente e tecnologia si compenetrano per mostrare la potenza della natura. Gli effetti di questa politica di tutela del verde si possono apprezzare in un solo dato: nonostante la crescita della popolazione (+68% tra il 1986 ed il 2007) la superficie ricoperta da vegetazione non è diminuita, ma cresciuta del 10%!

Ad annaffiare tutta questa esplosione di verde ci pensa il meteo, che, sull’isola, si presenta nella sua veste più fastidiosa: caldo, umido e piovoso tutto l’anno. Le tabelle climatiche sembrano impietose: durante il mese meno piovoso, febbraio, cadono poco meno di 200 mm di pioggia, tanto per fare un paragone, a Roma e Milano i mesi più piovosi ci infastidiscono con circa 100 mm, la metà! Piove molto e questo deve essere tenuto in considerazione ma occorre sapere che le piogge sono passeggere in giornate fondamentalmente soleggiate e calde tanto da non rovinare affatto una vacanza che nasce per restare all’aria aperta.
Singapore ha molto da offrire ad una famiglia in vacanza, un contesto pulito e sicuro, un mix culturale in grado di incuriosire anche i più pigri e la possibilità (sfruttando gli ottimi collegamenti aerei) di una vacanza balneare nelle vicine isole della Malesia e della Thailandia.
Per informazioni -molto- più dettagliate potete fare riferimento al sito dell’Ente Turistico (in inglese) oppure alla pagina Facebook della rappresentanza italiana.