DUE SETTIMANE A TAIWAN
QUATTORDICI GIORNI ESPLORANDO IL MEGLIO DELL’ISOLA
Taiwan è una piccola nazione, se confrontata alla Cina. L’isola è grande una volta e mezzo la Sardegna (più o meno), con un sistema ferroviario efficiente che permette di girare l’intero paese senza grandi difficoltà.
E’ quello che abbiamo fatto durante il nostro ultimo viaggio. Passare da una città all’altra provando molto (ma non tutto) di quello che Taiwan può offrire.
Abbiamo seguito un itinerario circolare, il classico giro dell’isola, affrontando prima il lato orientale verso sud (Taipei – Hualien – Taitung – Kaohsiung) per poi risalire verso Taipei lungo il lato occidentale (Kaohsiung – Tainan – Taichung – Taipei).
La difficoltà maggiore nel pianificare un viaggio di questo tipo è immaginare quanti giorni destinare ad ogni località. Per di più di Taiwan non si sa molto. Non è una meta gettonata, quantomeno in occidente, e sono poche le fonti di informazione da cui trarre spunto. Pochissime sono in italiano e poche di più in inglese tanto da far rientrare il viaggio a Taiwan nella categoria dei “Viaggi Sfida”. No, non si tratta di attraversare il deserto in bicicletta e nemmeno di rischiare la pelle camminando in quartieri malfamati. L’ambiente è pulito, tranquillo, la percezione di sicurezza è sempre alta. La Sfida a Taiwan non è col pericolo.
E’ una sfida quotidiana con le difficoltà di comunicazione e con la mancanza di informazioni comprensibili da un occidentale di media cultura. In poche parole: le scritte in caratteri latini e l’inglese (come lingua franca) sono l’eccezione degna di nota in una giornata tipo fatta di incomprensioni – alcune esilaranti- e tanta, tanta gestualità.

Quello che segue è il nostro itinerario suddiviso per giorni, tanto per renderne più facile la consultazione.
In due settimane c’è anche chi è in grado di fare due volte il giro dell’isola facendo le stesse esperienze. Probabilmente non viaggia con un bimbo!

- Giorni 1-4 TAIPEI
- Giorni 5-6 HUALIEN
- Giorno 7 TAITUNG
- Giorni 8-10 KAOHSIUNG
- Giorno 11 TAINAN
- Giorni 12-13 TAICHUNG
- Giorno 14 TAIPEI
Giorni 1-4
TAIPEI
La capitale, la città più grande, più nuova e più rinnovata, la più ricca (e più costosa). Abbiamo deciso di rimanerci per i primi quattro giorni di vacanza, e detta così può sembrare un lasso di tempo abbastanza lungo, sufficiente per visitare quella che, per estensione, può benissimo essere definita una metropoli. Va detto che i quattro giorni, spesso e volentieri, diventano tre e qualcosina. Perché il primo, freschi di intercontinentale (via Hong Kong nel nostro caso) è difficile da affrontare al pieno delle forze. Il nostro volo è atterrato in orario alle 10:15 e prima delle 11:00 avevamo già ritirato il pocket wi-fi (molto comodo) e la easy-card.

Senza troppo correre abbiamo trovato la fermata della Metro (MRT) per raggiungere la città e un’ora dopo (40 min Aeroporto-Taipei Main Station più 20 min tra cambio linea e altre fermate verso l’hotel) eravamo già in albergo pronti per la solita storia della camera non ancora pronta… “però potete lasciare qui i bagagli e tornare tra un paio d’ore!!”.
Ormai dappertutto il check-in alberghiero è nelle prime ore del pomeriggio: alcuni alle 14:00, altri alle 15:00. Insomma si prende possesso della camera nel primo pomeriggio e per uscire subito alla scoperta del nuovo ambiente occorre avere la forza di non buttarsi subito sotto la doccia per un momento di relax. Veramente difficile resistere alla tentazione di sciacquare via tutte quelle ore di volo… Alla fine abbiamo messo il naso fuori dall’hotel che era quasi sera. Cena da Din Tai Fung e tutti a nanna.

I tre giorni rimanenti non sono bastati per curiosare in tutto quello che avremmo voluto. Gli highlights, intesi come mercati notturni, quartieri trendy, templi, parchi, musei e così via sono sparsi in un’area molto estesa. Per fare un paragone con Milano dove tutto quello che può interessare un turista si trova in cerchio di circa 3,5 km di diametro a Taipei il diametro raddoppia. Per non parlare di New Taipei!

I nostri tre giorni e qualcosina sono serviti a visitare:
- Taipei 101, relativo shopping mall e centri commerciali adiacenti
- Quartiere di Ximending
- Zona di Dihua Street
- Mercato notturno di Shilin
- Tempio di Baoan e Tempio di Confucio
- Huashan 1914 Creative Park
- Parco Da’an
- Expo dome (col farmers market)
- Miramar Ferris Wheel
- Breeze shopping mall (Taipei Arena)
- Chang-Kai-Shek Memorial Hall
- Treasure Hill
Probabilmente qualche giorno in più non sarebbe stato da buttare.

…qualche consiglio
Il modo più conveniente per raggiungere la città dall’aeroporto è la metropolitana (MRT), per i costi (pochi euro a fine 2018) e per la velocità se rapportata alle altre opzioni di Bus e Taxi. In poche fermate si arriva a Taipei Main Station: il centro nevralgico dei trasporti cittadini. Vi si incrociano tre linee della Metro con i binari della THSR (treni ad Alta Velocità) e della TRA (treni “normali”). In pratica da qui si DEVE passare per forza. E di per se diventa anche un’esperienza, una delle “cose da vedere” per chi visita la città. Nonostante i Taxi non siano costosi (circa la metà rispetto a Milano) il modo migliore per muoversi tra i vari interessi resta la MRT che rimane sottoterra per i brevi tratti centralissimi.

La gran parte dei percorsi poi, sono sopraelevati regalando sguardi -non sempre- interessanti sul panorama urbano. Nelle stazioni la segnaletica è bilingue rendendo ancora più semplice l’orientarsi. I biglietti, sottoforma di gettoni, si fanno ai distributori automatici presenti ad ogni fermata, e ottenerli è abbastanza semplice e intuitivo. Noi, come tutti del resto, abbiamo preso la EasyCard. E’ una tesserina magnetica ricaricabile utile per pagare le corse sia in Metro che su tutti i trasporti (anche alcuni Taxi). Basta appoggiarla al lettore posto sul tornello e via. Si acquista (e si ricarica) nei 7/11 e nei Family Mart, dove può essere usata anche come metodo di pagamento. Una EasyCard permette di non fare coda alle macchinette e garantisce uno sconto del 20% sul prezzo della corsa. Comoda no?

Giorni 5-6
HUALIEN
Questa città è la base di partenza per la visita -assolutamente consigliabile- al Taroko National Park. Per noi è stata una sorpresa, in positivo. Lasciata la capitale con le sue mille luci, il rumore del traffico condito dagli odori dello street food e quell’atmosfera da “Lost in Translation” che accomuna quasi tutte le grandi città asiatiche, ci si convince che tutto il resto valga di meno. Anche l’immagine di una “base di partenza” non rende giustizia ad una città molto colorata, vivace, per nulla asettica, appoggiata tra le montagne ed il mare.


Sulla costa orientale a poco più di due ore di treno da Taipei i due giorni a Hualien sono ben spesi. Niente Metro, il bello è girare a piedi tra le strade poco trafficate, raggiungere l’Oceano Pacifico, ascoltarlo. Il giorno dopo ci si butta nella Natura visitando il Parco Nazionale, il “giro” a Taroko Gorge, al di la di tutto, è il motivo principale per cui la gran parte dei turisti arriva da queste parti.
L’intero Parco copre un’area abbastanza vasta (circa 900 kmq), tanto per fare un paragone in Italia il Parco Nazionale della Maiella è poco più di 700. Si estende dalla costa per 40 km verso l’interno per raggiungere e ricomprendere tra i suoi confini montagne che passano i 3500 m oltre a corsi d’acqua, gole, grotte e scogliere a picco sull’Oceano. Se in molti indicano la metà orientale di Taiwan come la più bella e selvaggia, sicuramente dipende -anche- da questa zona.

…qualche consiglio
La maggior parte del “passeggio” l’abbiamo fatto nella zona a ridosso del Dongdamen Night Market. Senza dover camminare molto in questa area oltre al mercato si può visitare un Creative Park (Hualien Industries Park) passeggiare tra le stradine che si affacciano su Zhongshan Road o riflettere sulle differenze tra un lungomare in Italia ed uno a Taiwan. Se poi l’hotel è proprio li vicino (come il nostro) ancora meglio, no?
A proposito di Creative Parks, a Hualien abbiamo cominciato a capire che sono presenti in praticamente tutte le città, e non solo a Taipei. Si tratta, per lo più, di vecchie aree industriali dismesse, riconvertite a spazi commerciali, espositivi, ricreativi. Veri e propri progetti di rigenerazione urbana a metà tra il riciclo ed il riuso. Questo di Hualien, pur non essendo tra i migliori, merita uno sguardo.

Il Taroko National Park l’abbiamo visitato affittando una macchina con autista, il signor Chen. Guidatore attento, guida esperta e uomo di poche parole. Potevamo scegliere tra diverse possibilità: gita di gruppo, auto a noleggio (con o senza driver) e autobus pubblico. Alla fine, considerati i costi NON proibitivi (tra 50 e 70 euro) abbiamo scelto, e ci sentiamo di consigliare, il trasferimento privato. Molto più comodo. Il sig. Chen parlava un inglese basico, limitato ai convenevoli e poco più ma, in definitiva, combinando le “3G”: Gentilezza, Gestualità e Google Translate ha portato a casa il suo -ed il nostro- risultato.
Giorno 7
TAITUNG
A Taitung, invece, c’è veramente poco di interessante. Quasi nulla. Ci siamo fermati qualche ora durante il viaggio tra Hualien e Kaohsiung. Le due città sono separate da più di 5 ore di treno e nelle nostre intenzioni si voleva spezzare la noia di un trasferimento piuttosto lungo. Niente di più sbagliato! Abbiamo aggiunto noia alla noia. Siamo scesi dal treno a Taitung ed erano solo le 10, 10 e qualcosa del mattino.
La prima mezz’ora è passata veloce anche perché c’era da trovare il deposito bagagli, lo sportello informazioni, la fermata degli autobus per andare in città, qualcuno che facesse un caffè e i bagni. I ragazzi all’Information Center hanno risolto tutti i problemi indicandoci i bagni “in fondo a destra” (sempre così, no?), il deposito bagagli “uscendo verso sinistra” proprio di fronte al piazzale degli autobus e un 7/11 per il caffè (già provato a Taipei, non è il massimo). Aggiungono una mappa della città e il consiglio di andarci in taxi evitando il bus per gli ovvi motivi di comprensione delle scritte -solo- in cinese oltre alla difficoltà per farsi capire dall’autista.

Bene, nella zona cerchiata dai ragazzi sulla mappa abbiamo trovato una cittadina triste, appiccicosa, grigia. Ed erano solo le 11, 11 e qualcosa del mattino. L’unica cosa degna di nota a Taitung è lo Starbucks nei pressi della Bus Station, il punto d’arrivo del Taxi dopo una corsa di 15 minuti. Poco oltre c’è un Creative Park, difficile capire se vuoto perché ancora troppo nuovo oppure già pronto per essere smantellato. L’erbetta tagliata da poco e qualche cartaccia portata in giro dal vento. Una famigliola in vacanza. Solo una. Noi.
Probabilmente se non fossimo scesi dal treno ci sarebbe rimasto il dubbio. Questa è l’unica consolazione mentre controlliamo l’orologio ogni cinque minuti nell’attesa di arrivare a Kaohsiung con l’ultimo treno della sera, quello dei pendolari.

Giorni 8-10
KAOHSIUNG
Abbiamo passato due intere giornate a passeggiare, guardare, curiosare. Nonostante tutto, siamo ripartiti da Kaohsiung con una lista di cose da fare e vedere che per una ragione o per l’altra non abbiamo ne fatto ne visto. Almeno in questo, Kaohsiung e Taipei si assomigliano: potresti passarci una settimana intera senza annoiarti, e poi tutte e due hanno la metropolitana, i palazzi a specchio e, in generale, quel respiro da “Grande Città” più che da città grande.
Finite le (poche) analogie si comprende quanto, l’una e l’altra, rappresentino le due anime distinte di Taiwan. Alla frenesia dell’una si contrappone il passo rilassato dell’altra. Ai Mall che circondano la Taipei 101 rispondono, con tranquillità, i vecchi magazzini portuali in mattoni rossi del Pier 2 Creative Park.

Ci siamo tornati anche più di una volta, per l’espressione rilassata della gente del posto e, perché no, per quella dei tanti turisti che, una volta tanto, smettono di farsi selfie raffica. Ma la visita (imperdibile) da “verituristi” è a Lotus Pond!
Si tratta di un piccolo, vero, “laghetto finto” scavato negli anni ’50 sulle cui sponde sono stati costruiti in anni più recenti almeno tre templi Taoisti, uno Confuciano, uno Buddhista. A dominare su tutto sono le tonalità forti, i colori brillanti delle Pagode e delle Divinità che si specchiano sull’acqua. Lotus Pond è difficile da catalogare, ci si mischiano religione e mitologia, pop e tradizione, plastica e cemento. Non andarci sarebbe un peccato.

Una delusione? La fermata di Formosa Boulevard, dove si incrociano le due linee (rossa e arancio) della metro. Dappertutto viene pubblicizzata la “Dome of light”, il soffitto in vetro colorato della zona centrale della stazione. In effetti è molto grande, illuminato, appariscente, dai colori cangianti e così via. E’ anche stato progettato da un italiano ma andarci di proposito proprio no!
…qualche consiglio
La easycard presa a Taipei funziona anche a Kaohsiung dove, però, la rete di trasporti cittadini non è così capillare come nella capitale. Alle due linee della metro (MRT) si aggiungono il tratto cittadino delle ferrovie (TRA), comodo per andare a Lotus Pond, e la Green line (LRT) che costeggia la zona portuale del Pier 2 Art District. I treni ad alta velocità (THSR) hanno una loro stazione dedicata (a nord della città) da non confondersi con la Kaohsiung Main Station, terminal cittadino delle ferrovie “normali” e crocevia dei trasporti cittadini. La zona migliore dove cercare da dormire è, neanche a dirlo, proprio quella a ridosso della Main Station.

Anche a Taiwan, come già ci era capitato in Giappone abbiamo trovato in alcuni hotel (ma non in tutti) la zona lavanderia. A grandi linee una specie di lavanderia a gettoni dove poter dare una rinfrescata al bagaglio. Per noi Kaohsiung è arrivata proprio a metà vacanza, proprio quando il numero di magliette (e non solo) era già in riserva. La zona lavanderia risolve molto, in questi casi, certo è self service, non restituisce i capi stirati, ma in compenso non costa quasi nulla in confronto al servizio di lavanderia tradizionale.
Giorno 11
TAINAN
Tainan, in questo viaggio, è stata “l’eccezione che conferma la regola”.
Per noi, che tendiamo ad alzarci tardi e viaggiare lentamente, restare in città per una sola notte significa avere a che fare con la fretta, quello strano bisogno di fare tutto alla svelta per vedere, fare, provare in un solo giorno un sacco di cose, anche quelle che normalmente resterebbero fuori dalla lista proprio per questione di tempo.

Di regola cerchiamo sempre di fermarci qualche giorno, sicuramente più di una notte, proprio per evitare la foga e la premura.
Per curiosare in giro ci vuole tempo e tutte le volte che abbiamo programmato una sosta breve, alla fine ci è andata male.
Questa volta no, siamo stati fortunati e nelle 22 ore di permanenza a Tainan, a colpo sicuro, abbiamo: visitato l’edificio più strano di tutto il nostro viaggio (Anping tree house), pernottato nell’hotel più stiloso, pranzato nel ristorante più gustoso (Du Hsiao Yueh) e passeggiato nel vicolo più caratteristico, sempre di tutto il nostro viaggio.
Abbiamo trovato una città compassata, che interpreta alla perfezione la parte di “antica capitale” e che ha saputo conservare con cura i propri edifici storici.
…qualche consiglio
Tainan e Kaohsiung sono collegate sia dal treno locale che dall’alta velocità con il primo che impiega circa un’ora per coprire i 50 Km che le separano. Il secondo, impiega solo 10 minuti. Detta così sembra non ci sia storia, soprattutto anche in considerazione dei prezzi: pur costando il doppio, il biglietto dell’alta velocità costa l’equivalente di 3 (tre) euro!


Noi non abbiamo avuto dubbi e ci siamo buttati sul fac-simile dello shinkansen giapponese. Stesso servizio, stessa puntualità, identica esperienza. C’è un però. Sia a Tainan che a Kaohsiung la stazione dell’alta velocità è piuttosto decentrata, a 20/30 minuti dalla zona degli alberghi dove, peraltro, si ferma il treno locale… a conti fatti per andare da un albergo all’altro è più comodo (e si arriva prima con) il treno locale!
Giorni 12-13
TAICHUNG
Sesta tappa del nostro viaggio, sesta città. Non luccica come Taipei e non è raccolta come Hualien. Non è brutta come Taitung, non è rilassata come Kaohsiung e gli manca quel fascino da “vecchia signora” di Tainan. Ma una volta scesi dal treno, nonostante tutto, ci si ritrova in un ambiente giovane, colorato, frizzante. Nel grande piazzale della stazione chi arriva in città può mischiarsi da subito con chi passeggia, chi corre, chi fotografa e chi con l’immancabile bubble tea (dicono di averlo inventato proprio qui…) “entra” nella foto che vorresti fare.
Alla fine ci siamo ritrovati nella zona del Museum of fine arts, e ci abbiamo passato un pomeriggio intero. E’ una zona distante dagli alberghi, dai mezzi di trasporto, dall’alveare caotico tipico delle città asiatiche. E’ quella parte di città dove le strade si allargano, compaiono le aiuole di un bel verde brillante e gli alberi si alzano quel tanto da poter fare ombra ai fiorellini gialligialli. E’ anche quella parte di città dove non è più necessario affrettare il passo, ci si può tenere per mano e il grigio del cemento è quasi gradevole.

A Taichung siamo rimasti due giorni cercandone la dimensione urbana, residenziale, quotidiana. Basta Templi, niente scorci scenografici, niente percorsi turistici. Abbiamo cercato di confonderci nella calma delle strade comuni, delle insegne sbiadite, dei ristoranti con le sedie in plastica. Sapevamo che ormai il viaggio stava per terminare e di li a poco saremmo tornati sulla giostra colorata di Taipei. Quale miglior occasione per visitare la normalità?


L’ultimo giorno di vacanza è stato anche l’ultimo giorno del 2018, il 31 dicembre. Ultimo giorno utile per esprimere i migliori propositi per l’anno a venire…
